Maurizio Martorana

Visual Journalist, Photographer & Filmmaker
    
La Montagna (R)esistente
Location: London
Nationality: Italian
Biography: Maurizio Martorana is a Visual Journalist, Photographer and Filmmaker based in London.  He holds an MA in Photojournalism  and  Documentary Photography from the  London College of Communication . He previously studied... MORE
Editors Only Story
La Montagna (R)esistente
Copyright Maurizio Martorana 2024
Date of Work Jul 2017 - Ongoing
Updated Mar 2018
Topics Rural

La Montagna (R)esistente


An ongoing project about The Valle Grana, Italy.

    Il mio viaggio in Val Grana inizia casualmente a Coumboscuro, nella borgata piuÌ€ alta di Sancto LuciÌ€o di Monterosso Grana. La famiglia che mi accoglie parla, come prima lingua, il « patois », termine usato per descrivere una lingua considerata non standard, in questo caso quella Provenzale Alpina. Vengo subito affascinato dal loro modo di vivere tradizionale ed in simbiosi perfetta con la natura circostante che pensavo ormai retaggio di un mondo passato. CioÌ€ che noi chiamiamo progresso, il miracolo economico dei cosiddetti trent’anni gloriosi, l’industrializzazione degli anni ’60, per la montagna eÌ€ stata un’apocalisse. La montagna si eÌ€ spopolata, i giovani sono corsi in pianura spinti dal miraggio della modernitaÌ€, la maggior parte per andare a lavorare a cottimo nelle fabbriche. Tutto cioÌ€ ha fortemente soffocato - quando non proprio cancellato - minoranze e modi di vita alternativi, non solo nel cuneese. Sfogliando il libro di Nuto Revelli « Il mondo dei vinti », mi rendo conto della portata di questo esodo - che si potrebbe perfino considerare un genocidio - ai danni della gente di montagna: contadini, pastori e artigiani. I pochi rimasti sono ormai emarginati, sopravvissuti, resistenti; classi subalterne che si vorrebbe relegare nei libri di storia. Tento di capire questa realtaÌ€, ritratto della condizione umana di una minoranza, questa volta italiana, dopo aver seguito per tanto tempo le miserie altrui. Mi sento come Hans Castorp il protagonista e cavaliere indagatore del capolavoro di Thomas Mann « La montagna incantata ». Come lui, rimango sospeso tra due realtaÌ€ contrapposte. Da una parte la pianura, il mondo reale, con la sua ragione, la sua tecnica e misurazione alienante del tempo; dall’altra la montagna, luogo della fascinazione, della miseria, della libertaÌ€.
Inizio quindi ad esplorare la valle da Monterosso Grana per poi spingermi fino a Chiappi, frazione piuÌ€ alta di Castelmagno, territorio dell’omonimo formaggio. Sfoglio e traggo ispirazione dal libro sulla Val Grana del fotogiornalista americano Clemens Kalischer. Il libro, pubblicato nel 1996 dal Museo della Montagna di Torino, ha riportato alla luce preziose fotografie di questa valle dopo che erano rimaste inedite e custodite nel suo archivio per piuÌ€ di tre decenni. Cerco ovunque le medesime scene di vita ma non le trovo, se non in rarissimi casi. La vita in valle oggi eÌ€ molto diversa da quello fotografata da lui negli anni sessanta. Le persone che vivono ancora a tali altitudini sono ormai pochissime, le statistiche - per esempio - mostrano solamente 30 anime a Chiappi. EÌ€ uno stile di vita in via di sparizione. Ma cosa rappresenta oggi la montagna?
    La montagna di oggi lotta, affronta tutta una serie di sfide cruciali per la sua sopravvivenza: economiche, politiche, sociali, culturali ed ambientali. EÌ€ una vicenda molto complessa che arrivo a cogliere solo parzialmente grazie alla mia guida, Anna Arneodo, donna di carattere e militante per i diritti dei contadini e pastori che vivono ancora qui. “Perché di politica e burocrazia la montagna e la sua gente stanno morendo”, mi dice un giorno con aria malinconica ma per nulla arrendevole. I piccoli produttori non hanno la forza né la capacitaÌ€ di ottenere i tanto sperati contributi italiani ed europei destinati alla montagna. E’ il cancro di un sistema fatto su misura per i ricchi ed applicato ai poveri, i quali non ne trarranno mai beneficio alcuno. Nel periodo in cui ho esplorato questa valle ho potuto incontrare una miriade di persone: perlopiuÌ€ turisti, o figli e nipoti di montanari emigrati in Francia e nelle Americhe nel secolo scorso. Ho anche incontrato i cosiddetti sopravvissuti, i quali hanno suscitato il mio profondo interesse. Da qui la decisione di intraprendere una strada ardua ed impervia: focalizzare la mia ricerca su chi ancora si ostina a vivere in montagna in maniera tradizionale, il che equivale a militare quotidianamente per il suo diritto di esistere come luogo di socialitaÌ€ e di vita. Questa serie fotografica intende essere in primis un tributo a loro, e poi una personale rappresentazione dell’immensa bellezza di questa valle dove l’uomo da secoli riesce a vivere in un ambiente ostile.
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